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COME RAGGIUNGERE IL BENESSERE DI TUTTO IL CORPO ATTRAVERSO IL PIEDE

Aggiornamento: 19 giu




Il piede ricopre oggi un ruolo determinante ai fini dell’integrità dell’intero corpo; è formato da ventisei ossa che collaborano fra loro in un organico perfetto insieme a tendini, legamenti, muscoli tutti uniti col fine di far funzionare al meglio questa struttura così forte e al contempo così delicata.


COME SI PUO’ EVITARE DI ARRIVARE AD UNA SITUAZIONE INFIAMMATORIA E DOLOROSA INTERPRETANDO CON CHIAREZZA I SEGNALI CHE IL CORPO CI INVIA?

Il piede assolve due specifiche funzioni legate alla deambulazione: quella di adeguarsi alla superficie sulla quale camminiamo, in modo da assorbire l’impatto col terreno e, quella di sostenere il peso del corpo. Se la sequenza di movimenti in pronazione e supinazione avviene in modo armonioso non si verifica alcuno sforzo o perdita di efficacia se invece vi è uno squilibrio nella sequenza possono esservi degli effetti che si ripercuotono negativamente sulle ginocchia, sulle anche fino alla schiena.

Solitamente un eccesso o un difetto del movimento di pronazione del piede possono condizionare la funzionalità del ginocchio o può essere il piede a subire sindromi da sovraccarico.

Un ginocchio varo, ad esempio che, ricordiamo essere quello dove vi è un eccessivo spazio tra i profili interni delle due ginocchia, impone un impegno pronatorio maggiore, dando luogo a potenziali situazioni infiammatorie della parte mediale del piede.

Ed è frequente che un non perfetto equilibrio dell’appoggio dei piedi possa determinare una alterata postura del bacino con una posizione anomala delle vertebre lombari ancor più in presenza di curve scoliotiche o rotazioni sul proprio asse che determineranno nel tempo fenomeni degenerativi nei dischi intervertebrali.


LE PATOLOGIE PIU’ COMUNI DEL PIEDE


Il PIEDE PIATTO è quel piede che cede verso l’interno offrendo una eccessiva superficie di contatto con il terreno. E’ una malformazione anatomica in presenza della quale i piedi di un individuo presentano un arco plantare mediale più basso del normale o completamente assente. Nelle persone con piedi normali, la parte centrale interna dei piedi non appoggia al suolo; la presenza di un arco plantare della giusta altezza garantisce una distribuzione del peso del corpo, sul piede, corretta e, una migliore efficacia nella camminata (è meno dispendiosa). Il tutto comporta un minor rischio di danni muscolari scheletrici agli arti inferiori e ai piedi in particolare.

Nelle persone con piedi piatti, invece, la parte centrale interna dei piedi, appoggia del tutto al suolo; cio’ altera la distribuzione del peso sui piedi e predispone questi ultimi a fenomeni dolorosi e degenerativi delle articolazioni, dei muscoli, delle ossa e dei legamenti.


IL PIEDE PIATTO PUO’ CAUSARE:

  • Situazioni infiammatorie a carico dei metatarsi

  • Sindrome infiammatoria in corrispondenza dei legamenti del ginocchio

  • Infiammazioni del tendine di Achille ecc.





IL PIEDE CAVO è una malformazione anatomica in presenza della quale i piedi di una persona presentano un arco plantare mediale più alto rispetto alla norma. La presenza di piede cavo implica una modificazione dell’appoggio al suolo e una diversa distribuzione del peso corporeo sui piedi.

La presenza di un arco plantare mediale più alto rispetto alla norma modifica l’appoggio dei piedi al suolo: se nelle persone con piedi privi di anomalie, l’appoggio interessa il tallone, la parte centrale esterna, e la parte anteriore (dove risiedono le dita), nelle persone con piede cavo l’appoggio interessa esclusivamente il tallone e la zona anteriore. 

Quest’anomalia dell’appoggio al suolo ridistribuisce il peso corporeo, il quale, anziché gravare su tre parti (tallone, parte centrale esterna e zona anteriore), si concentra soltanto sulle zone che poggiano a terra, ossia tallone e porzione anteriore.

E’ importante precisare che il piede cavo è il risultato non solo di un innalzamento delle strutture anatomiche interne che formano l’arco plantare mediale, ma anche di una accentuata incurvatura verso il basso della zona anteriore del piede, in particolare la zona corrispondente al primo dito o alluce.

Inoltre, molte persone con piede cavo presentano problematiche a livello dei muscoli dei polpacci e de due tendini di Achille (il tendine di Achille è quella importante struttura fibrosa che collega i muscoli del polpaccio al calcagno, ossia l’osso che costituisce il tallone)


Il PIEDE CAVO PUO’ CAUSARE:

  • Metatarsalgie dell’avampiede con possibili callosità

  • Nevralgie con possibili formazioni neurinomi

  • Griffe delle dita con possibili dita a martello

  • Fasciti plantari e spine calcaneari

  • Instabilità dell’articolazione con esiti di distorsioni ricorrenti

L’integrazione di delicati equilibri legati ai rapporti anatomici condiziona la funzionalità del piede e il disequilibrio porta verso la patologia:




L’ALLUCE VALGO Cos’è? E’ una una deformità importante in corrispondenza del primo metatarso è spesso definita “cipolla”  con termini impropri. Cosa succede in realtà al piede in questi casi? La modificazione riguarda la parte terminale del primo metatarso che si deforma e diventa esuberante perdendo i giusti rapporti articolari con la prima falange: quest’ultima tende ad orientarsi in modo anomalo verso l’interno. Quindi una parte ossea che si ipertrofizza ed aumenta di volume. L’alluce valgo, almeno in una prima fase può non essere doloroso, ma la sindrome infiammatoria dolorosa può scatenarsi in modo acuto quando la borsa sierosa in corrispondenza della testa metatarsale si gonfia. Il semplice contatto con la tomaia della calzatura può scatenare una dolore violento.

I PLANTARI sono presidi ortopedici studiati per portare all’equilibrio morfo-dinamico del piede sia nella fase della propulsione che nella fase statica

Nei casi di alluce valgo l’utilizzo di un plantare anatomico va interpretato nel modo giusto, ed è opportuno premettere che il plantare non è correttivo nel senso che non può in alcun modo correggere una deformità anatomica consolidata. Può essere invece molto utile per congelare una situazione involutiva dell’avampiede o prevenire deformità acquisibili nel tempo.



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